Il primo gesto di ogni vero viaggio ha qualcosa di lento
Ormai è passato quasi
un mese..
Tante immagini
scorrono nella mia mente da quando sì, si parte davvero.
Il primo gesto di ogni
vero viaggio ha qualcosa di lento.
Ho sognato e
desiderato per mesi questo momento come è possibile che ora non voglio più partire?
È qualcosa di
inspiegabile che nasconde dietro un irreparabile stanchezza, un senso di
perdita possiamo chiamarlo...
È un momento in cui
capisci che tutte le certezze che ti eri costruita con fatica scompaiono, ma lì
ormai il viaggio è già iniziato e allora bisogna spianare le ali, perché se il
viaggio forse non è un antidoto contro la malinconia di certo lo è contro la
violenza..la violenza del non..non cercare di esserci, e il più vicino
possibile.
Perché le cose vanno
viste secondo me, vanno sperimentate, vanno ricordate e vanno anche assaggiate
e odorate perché se no è un racconto e per quanto io viva di storie è così
bello esserne un pezzo di quel racconto..
Poi appena atterri da
quell'aereo, Addis Abeba e di schianto “l’altro”, il diverso, il bianco, il
ferengi...la parola che imparerai subito in questa nuova terra...ogni persona
ogni occhio che ti vedrà passare ti vedrà come ferengi..lo straniero, il
diverso. Non ci sarà verso, non ci sarà nessuna strategia per cambiare questa
condizione naturale...per quanto delicato o indelicato un bianco possa essere
qua, per quanto cerchi di apparire naturale nelle sue azioni cercando di
entrare come un ospite nella vita di queste persone..rimarrà ferengi..
E' tutto lento in
etiopia, è tutto difficile..a parte il sorriso della gente..quello è così
facilmente comprensibile.
E qui sorridono..nel
guardare come ti vesti, come ti muovi cercando di immaginare da quale mondo tu
possa venire,sorridono perché provi a dire due parole nella loro lingua
sforzandoti di fargli capire che non sei un turista..che non vuoi essere un
turista..tu vuoi essere vicino a loro..il più possibile.
Devo abituarmi dicono,
ne dubito che sia possibile abituarsi a quello che vedo ogni giorno..come ci si
fa ad abituarsi al nulla..qui non c’è nulla, manca tutto..ci sono talmente tanti
problemi che ogni tanto mi sento così inutile..ma poi basta una lezione di
inglese ai bambini del quartiere che a scuola non ci vanno perché devono stare
nei campi..una partita a calcio, una discussione con qualche associazione di
persone che cercando in ogni modo di migliorare la loro condizione e allora
sì..tutto ha senso, se ha senso per te..
Ed è così facile che
la tua giornata assuma un altra direzione.
E dopo un mese in
questa terra posso dire che anche se è dura, anche se fa male, vale la pena...
Mi do tempo..tanto in Africa l’unica cosa che non manca è il tempo..
Francesca Peirotti - Servizio Civile Etiopia
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