giovedì 3 settembre 2009

South Gonder/ La lotta all'AIDS in East Estie



Un viandante, il suo mulo e il segreto del successo


“Working at light and night”, ovvero “Lavorare giorno e notte”. Questa è la semplice risposta che ci dà Wube Zuda, Coordinatore del WHAPCC di East Estie, quando gli chiediamo il segreto dei successi conseguiti nella lotta all'HIV/AIDS in questa woreda del South Gonder, indicata dai Coordinatori Federale e Regionale dell'HAPCC quale esempio da imitare nell'ambito della prevenzione e del controllo della terribile pandemia.
Non è un caso che ci sia un detto popolare, molto conosciuto da questa parti, il quale, tra serio e faceto, recita “Le iene di Estie sono meglio della gente di Estie”, facendo riferimento alla storia, non si sa quanto vera, di un viandante che, attraversando un fiume nella zona, vide il proprio mulo, carico di vivande, rimanere intrappolato tra i massi del fondale, ormai impossibilitato a muoversi; quando l'uomo chiese aiuto a dei contadini, che di lì si trovavano a passare, essi gli negarono il supporto, adducendo la giustificazione di essere impegnati nel proprio lavoro, troppo importante ed urgente per prestare attenzione ad altro. Dopo aver tentato ripetutamente di convincerli, il forestiero si rassegnò, fino a quando una iena non si avvicinò al corso d'acqua e con il suo minaccioso ringhio spaventò così tanto il mulo, da farlo balzare oltre il fiumiciattolo, finalmente libero di proseguire il cammino assieme al suo padrone.
Al di là delle implicazioni morali e della veridicità o meno dell'evento, tale breve racconto sta ad indicare la laboriosità della gente di Estie, persone da sempre abituate a tirar su le maniche per aver da mangiare, agricoltori e mercanti, da tempo avvezzi a starsene via, anche per diversi mesi, dalla propria casa, dai propri affetti, al fine di vendere i propri prodotti, fare buoni affari, guadagnarsi da vivere. E proprio il carattere migratorio di questa comunità ha costituito e, potenzialmente, costituisce tuttora uno dei fattori di vulnerabilità al virus dell'HIV, in relazione al quale appena cinque o sei anni fa si parlava, nell'area, di “allarme rosso”. Da allora, molto è cambiato, soprattutto in quest'ultimo anno, da quando cioè il fu “Mr. Sfida”, divenuto poi “Mr. Successo” (questi più o meno i soprannomi, tradotti dall'Amharico, con i quali ci viene presentato), ha preso le redini, in tale woreda, dell'organo governativo che si occupa di coordinare e pianificare, a vari livelli territoriali, le strategie nella battaglia contro il nemico AIDS, cioè l'HAPCC (HIV/AIDS Prevention and Control Council). Per avere un'idea dei risultati qui ottenuti, basti citare un dato: 35.052 persone sottoposte, quest'anno, a servizio di VCT (Voluntary Counselling and Testing), tra cui 15.208 donne, non poche su un totale di 234.059 individui, soprattutto se si considera che la seconda woreda della South Gonder Zone, in tale classifica, a condizioni assimilabili per popolazione ed estensione territoriale, fa registrare attorno alle 18.000 unità di test, vale a dire circa la metà del dato relativo a East Estie, dove le persone sieropositive attestate sono in totale 556, con una netta prevalenza femminile (F=420).
“I nostri principali campi d'attività – sottolinea Ato Wube – sono la promozione e realizzazione di siti per i servizi di VCT, PMTCT (Prevention of Mother To Child Transmission, fornita attraverso 3 postazioni fisse e ben 39 siti mobili, che hanno consentito a 2.265 donne incinte di usufruire del servizio) e ART (Anti-Retroviral Therapy, cui sono sottoposte 337 persone sieropositive), la distribuzione di materiale informativo (12.000 brochures e ben 50.000 newsletter di diverso tipo) e di preservativi (35.000 in meno di un anno), la creazione di CC (Community Conversation, presenti in 74 siti per un totale di 4.874 partecipanti, cui vanno aggiunti 22 punti nelle scuole, dove gli studenti coinvolti sono 1.540) e, più in generale, i programmi di Care and Support (come dire “sostegno e assistenza”) rivolti a PLWHA (People Living With HIV/AIDS, cioè persone sieropositive), bambini orfani ed altri gruppi sociali vulnerabili.”
Altri importanti numeri vengono presentati dal coordinatore del Woreda HAPCC, come quello dei chili di grano raccolti proprio grazie ai programmi di sostegno e assistenza intra-comunità (290 Kg), in quella che risulta essere una vera e propria “banca alimentare”, che si affianca a quella prettamente monetaria, nella quale sono depositati ben 80.000 birr (al tasso di cambio attuale, circa 4.700 euro), senza considerare le 12 abitazioni (8 di legno e fogliami, secondo tradizione, 4 dotate di strutture metalliche) tirate su dal cuore e dalle braccia di queste persone comuni, ma straordinarie nell'aiuto che hanno dato e stanno dando a chi versa in condizioni più difficili e problematiche delle loro. Programma di sostegno che, con modalità non dissimili, coinvolge pure le scuole, dove studenti e insegnanti hanno provveduto alla costruzione di 4 case e alla fornitura di 15.000 pezzi di materiale acuminato ad uso personale, potenziali mezzi di trasmissione per malattie via sangue, laddove usati impropriamente e non individualmente. Le stesse comunità locali hanno donato ben 12.000 quintali di letame, da usare come combustibile, a gruppi di PLWHA, nonché 15 pecore e 24 polli per il sostentamento di 16 bambini, cui l'Amministrazione ha donato 4,5 ettari di terreno.
A tale mobilitazione prende parte, in maniera fattiva, l'intero settore governativo a livello di woreda, il quale, proprio grazie alla spinta dell'HAPCC e delle Ong che con esso strettamente collaborano (su tutte il CVM/APA), fa registrare ben 21 bambini orfani supportati da ufficiali ed impiegati pubblici di ogni settore, il 2% del cui budget va a confluire in una cifra complessiva di circa 40.000 birr, finalizzata al generale programma di prevenzione e controllo dell'HIV/AIDS, quindi non solamente destinata al sostegno del gruppo vulnerabile degli OVC (Orphan and Vulnerable Children), ma anche a 180 individui sieropositivi (tra cui 18 bambini), che stanno ricevendo trattamenti e cure mediche gratuitamente. Sempre dal settore pubblico, con l'HAPCC nel ruolo di mediatore e facilitator, sono state donate 25 abitazioni per PLWHA (dalle Amministrazioni di kebele).
L'elenco delle attività di cui veniamo a conoscenza nel piccolo eppur accogliente ufficio del WHAPCC, dai poster pieni di numeri affissi al muro come dalle parole di Ato Wube, continuerebbe ancora, passando dalla fornitura di 50 apparecchi radio e 6 audio-registratori per Amministrazioni di kebele e scuole, finalizzati alla creazione di gruppi d'ascolto, fino all'istituzione di 7 associazioni per la lotta alla prostituzione, attraverso la figura delle anti-CSW (anti – Commercial Sex Workers), donne che sono state prostitute e perciò in grado, meglio di chiunque altro, di capire la difficile e spesso drammatica situazione di coloro che, giovani e inconsapevoli dei propri diritti e dei rischi cui vanno incontro, si trovano quasi costrette a far merce del proprio corpo per sostenersi economicamente, non conoscendo vie d'uscita e reali alternative di vita.
Tuttavia, ai fini di un'analisi completa della situazione esistente, non può mancare la domanda su quelli che sono i problemi ancora irrisolti, le difficoltà cui si continua a far fronte, pur in un quadro generale che fa senz'altro registrare il segno “più” nel bilancio di quanto sinora fatto, per lo meno da un anno a questa parte. A tal riguardo, si constata, ad esempio, una mancanza di continuità nell'attività delle Community Conversation, le quali si trovano spesso a dover ricominciare da zero progetti e condivisione di idee e conoscenze, causa quella mobilità di cui si è già trattato, caratteristica quasi endemica alla gente di Estie. A ciò vanno aggiunti problemi di natura ancor più pratica e logistica, già riscontrati in quasi tutte le aree d'intervento dei progetti AIDS, vedi la carenza di kit sanitari, soprattutto per VCT (unica barriera, a detta di Ato Wube, al raggiungimento del 100% di testati su di una popolazione ormai pienamente consapevole), e di trasporti, come pure l'assenza di buone opportunità lavorative per chi, vedi ex prostitute, tenta con fatica il reinserimento sociale, nella speranza di lasciarsi alle spalle la precedente vita. Non ultima, si riscontra pure la carenza di avanzate tecnologie e determinati macchinari per l'analisi dei campioni di sangue, i quali, dovendo viaggiare talvolta fino a Bahir Dar e Debre Tabor, rischiano di non poter più dare risultati attendibili.
Gli ostacoli, insomma, non mancano, pure in un percorso fatto a grande velocità e con balzi persino insperati, ma se la lena continuerà ad essere quella che ha finora contraddistinto e che tuttora contraddistingue Ato Wube, nella sua identità di “Mr. Sfida” come in quella attuale di “Mr. Successo”, nessuna barriera sarà insormontabile, nessun problema irrisolvibile, a patto di continuare a lavorare, a dare l'anima, alla luce del giorno o sotto quella artificiale (quando c'è) del tempo solitamente dedicato al sonno, il solo obiettivo sempre in mente, a rischio di non curarsi persino delle difficoltà di un povero sprovveduto viandante e del suo sfortunato mulo.


Simone Accattoli