mercoledì 30 maggio 2012

Ciao Koletha



Koletha ha iniziato a lavorare con CVM a luglio dello scorso anno come facilitatrice agricola del progetto HELA – Salute, lavoro e Abilità Agricole rivolto a 70 ragazzi di 2 villaggi del Distretto di Morogoro, Tanzania. Koletha viveva con la sorella più piccola di 16 anni nella cittadina di Morogoro, la mamma vive nel loro villaggio d’origine nella regione di Kilombero, a nord ovest della Tanzania, e suo padre al Sud del Kenya. Nonostante origini molto umili, i genitori sono riusciti a far studiare Koletha che nel 2009 prende il diploma in Agricoltura Sostenibile e Sviluppo Rurale, presso il Baraka Agricultural College,in Kenya.
Subito dopo i primi lavori, prima presso un’associazione per la produzione di cacao e poi come assistente in un progetto per la formazione di allevatori ed agricoltori. Nel 2011 CVM. L’entusiasmo per un nuovo lavoro, una nuova avventura. Con il suo stipendio mantiene la sorella e la mamma. Pochi mesi dopo Koletha rimane incinta. Il suo ragazzo vive in Uganda per motivi di lavoro, ma sarebbe tornato per la nascita del bambino. Cosi aveva promesso.
La gravidanza non è di quelle semplici, Koletha è spesso costretta a stare a letto, diverse le minacce di aborto. L’ultima volta che ho visto Koletha è stata la scorsa settimana, era la prima volta da quando sono tornata in Tanzania. Ci siamo salutate e lei mi ha dato nuovamente il benvenuto in Tanzania. Abbracci e sorrisi per la gioia di rivedersi e continuare cosi a lavorare insieme. Ci siamo incontrate poco lontano dall’ospedale dove pochi muniti prima aveva fatto l’ultima ecografia, mancavano pochi giorni al parto ormai. Peace, la coordinatrice del progetto, la sgrida per essersi presentata all’incontro a cavallo di una moto-taxi: - è pericoloso nelle tue condizioni! - dice. La visita era andata bene – sono un po’ anemica- dice. Sempre Peace le consiglia di mangiare più mboga (verdura), ma Koletha ammette che la verdura proprio non le piace.
Ieri notte Koletha è andata all’ospedale civile di Morogoro, doveva effettuare il parto cesareo, era ora per il piccolo di nascere. E’ sola, nessuno l’accompagna. L’attesa per l’operazione è lunga, troppo. Koletha comincia a sentirsi male e avverte forti dolori addominali. Per complicazioni subentrate poco prima del parto, il bambino muore. Ma non viene soccorsa subito, si genera una forte emorragia interna che non viene arrestata in tempo. Koletha muore cosi, a 24 anni. Per poco attenzione, per negligenza, per un’attesa troppo lunga, per poca professionalità. E muore sola, cosi come da sola stava portando avanti il suo lavoro, sola stava pensando alla famiglia, sola stava vivendo una gravidanza.
Non credo di avere abbastanza parole per descrivere tutto questo, cosi come la morte arriva in maniera troppo facile, veloce. non ci sono parole per esprimere la rabbia del perché succedono ancora queste cose. Forse ricordare Koletha è l’unico modo per credere che un giorno le donne non dovranno più morire in questo modo, non dovranno morire più per mettere alla luce una nuova vita.  Ciao Koletha.
Daniela Biocca –CVM Rappresentante Paese Tanzania 25.5.12

25 Maggio - African Day: Una vita semplice


Un vita semplice, ma piena di sorrisi, gioia, voglia di fare e migliorarsi, tanta voglia di stare insieme per condividere la propria vita con gli altri… questo è quello che mi manca enormemente dell’Africa.
Valentina Romagnoletti, volontaria in Tanzania nel 2011

25 Maggio - African Day: L'Africa è amore, l'Africa è donna.



"L'Africa è.. affrontare la vita con il sorriso, non scoraggiarsi davanti alle difficoltà,.. è arte di arrangiarsi.. è Hakuna Matata.. è fatica, sofferenza ma avventura, è pioggia battente come sole ardente.. l'Africa è colore, è voglia di crederci ancora..
Serena Morelli, volontaria in Tanzania

25 Maggio - African Day: Etiopia… la terra dei bambini.



Etiopia… la terra dei bambini. Il 32 % della popolazione ha tra i 10 e i 24 anni. In Amhara Region il 52% della popolazione ha meno di 18 anni…
Sono la stretta di mano rispettosa, con il braccio destro teso e la mano sinistra che tocca il gomito destro che ci accoglie ogni mattina mentre camminiamo verso l’ufficio e la voce che allegra urla ”ferenjii”  che con il pensiero ed il cuore incontriamo nei nostri progetti e che rendono luminosa la nostra permanenza in questa terra.
Valentina Palumbo - Rappresentante Paese in Etiopia

25 Maggio - Afrcan Day: A scuola di riciclo con i bambini della porta accanto



L’Africa è creatività e innovazione, anche se questo termine sembra contrastare con l’immagine di arretratezza e bisogno a cui i soliti articoli, reportage e cronache ci hanno abituato.

E così si rimane stupiti dalle tante idee, capacità ed espedienti che le persone possono elaborare con pochi mezzi e a volte scarse conoscenze scientifiche, ampiamente sostituite dall’esperienza. Persone e menti non “inquinate” dalla presunzione che le soluzioni sia già bell’è pronte e solo da acquistare!
Rosanna Colella, volontari in Tanzania

25 Maggio - African Day: Voiceless voice



Il ruolo della donna in Etiopia è legato strettamente alla gestione quotidiana della famiglia e dell’abitazione e la sua condizione di inferiorità ha toni drammatici.  Uno degli impegni giornalieri consiste nel approvvigionamento di legna da ardere o di acqua per l’uso domestico. Tale attività oltre, ad essere assai  gravosa fisicamente, ha anche  un effetto discriminatorio  per le ragazze in relazione all’accesso all’istruzione. 

CVM svolge da anni attività rivolte esclusivamente alle donne, attraverso ad esempio concessioni di microcredito e relativa formazione in ambito economico. L’obiettivo è quello di dare voce a queste voci purtroppo silenziose. 
Antonella Grasso, Amministratrice in Etiopia

giovedì 24 maggio 2012

Una strada da fare assieme…



In Etiopia il numero di bambini di strada cresce di anno in anno. Quando le famiglie non sono in grado di supportarli negli studi o semplicemente di sfamarli, quando i genitori muoiono, quando sono sottoposti a violenze domestiche, la strada diventa il loro porto di approdo, la loro casa. Nella migliore delle ipotesi se la cavano facendo piccoli lavori come pulisciscarpe, vendendo merci, trasportando valigie. Nella peggiore entrano nella morsa della droga e dell’alcool; sono costretti a crescere troppo in fretta passando per ogni sorta di abusi e sfruttamenti. La scuola diventa un sogno, il gioco un’illusione.
Nei primi 4 mesi del 2012 il CVM ha identificato 66 bambini nella sola zona di South Gondar ed altrettante persone appartenenti alle loro famiglie o alle loro comunità di origine aventi le caratteristiche per farli crescere in un ambiente migliore. Le famiglie sono state appositamente formate e hanno ricevuto un sopporto economico per avviare delle attività capaci di supportare i bambini loro affidati.  Grazie a questo intervento i bambini torneranno a scuola e ad avere un futuro più luminoso.  

Valentina Palumbo, Rappresentante Paese Etiopia

mercoledì 23 maggio 2012

Saa-ndani: gli incontri cambiano la storia



9 giorni di field, 9 giorni di lavoro sul campo, 9 giorni immersa nella natura incontaminata, 9 giorni senza tecnologia, senza elettricità né acqua.. 
E riscopri quei rumori che avevi da tempo dimenticato, il significato dell'ascoltare, dell'attesa, del riposo, della lettura, della vista, ma soprattutto della fantasia.. Mille pensieri ti passano nella testa mentre stai ore ed ore seduta ad ascoltare senza riuscire a capire molto. La mia mente fa mille voli per atterrare ogni volta in nuovi luoghi.. e si stupisce... si stupisce per i colori, i vivaci colori che qui ricoprono anche le donne più povere avvolte nei loro kanga e kitenge e mi fanno sentire ogni volta così vestita male e diversa.. 
Si stupisce perché ritrova ad ogni angolo, a Saadani come a Bagamoyo, pescatori che di sera aggiustano le loro reti per essere pronti per il giorno successivo... immagine che riporta inevitabilmente la mia mente al mio lido natio.. 
Si stupisce quando la mattina andando a lavoro con il daladala incontra gazzelle, zebre e leoni e pensa che qui in Africa tutto può ancora succedere... nel bene e nel male.. E ti senti piccolo di fronte a questa natura, al cielo sconfinato, alle luci rosse del tramonto mentre la sera torni a casa dall'ufficio, o alle luci dell'alba mentre la mattina vai a prendere il tuo autobus.. di fronte a questo disegno divino che qui mantiene ancora i suoi tratti originari.. ed appare nella sua magnificenza, grandezza e perfezione.
Ma scopri anche il tuo esser bianca, piano piano ne prendi consapevolezza, ed a volte ci sbatti contro, ti senti continuamente una voce nella mente che ripete la parola "mzungu" (europeo e per antonomasia bianco). E ti poni mille domande, su te stessa, sulla tua vita, sul tuo essere occidentale, sul tuo essere volontaria e cooperante, sulle relazioni che instaurerai in questi dodici mesi…
Quale senso assumerà questa esperienza? E non tanto per me, ma quale senso avrà per le persone che ogni giorno incontro ed incontrerò lungo il mio cammino?

L’esistenza delle persone, dei luoghi, è fatta di incontri, di incontri che cambiano la vita..  e chi può definire la bontà e la necessità di questi incontri? Proprio il nome Saadani, nei racconti dei suoi abitanti, è frutto dell’antico turismo e commercio, persone che andando ad una continua ricerca del tempo, si ritrovarono ad identificare il villaggio con l’orologio che si vi trovava al centro…  clock – inside… E così… benvenuti a SAA-DANI!!

Serena Morelli, volontaria in Tanzania