L’accesso all’acqua
potabile a distanze facilmente percorribili è una delle questioni più critiche
emerse dallo studio di fattibilità condotto al fine di avviare il progetto Kebele – Himbecho, zona in cui l’acqua
viene raccolta prevalentemente da sorgenti non protette o fiumi e le donne
spendono considerevoli quantità di tempo per procurarsi l’acqua per la propria
famiglia. L’ intervento è stato iniziato
nel 2010 e il CVM ha già sostenuto la costruzione di un pozzo trivellato
motorizzato a cui sono collegati 17 punti d’acqua sparsi nelle 3 Kebele
beneficiarie dell’intervento.
Prima dell’intervento del CVM la maggior parte delle
comunità facevano uso di acqua sporca e di conseguenza la diffusione di
problemi di salute legati alla scarsa igiene era molto alta. Per le donne
inoltre camminare per più di due ore rappresentava un serio pericolo a causa
delle violenze che potevano subire durante il cammino. Ridurre le distanze, rendere
disponibile l’acqua potabile in punti più sicuri per le donne e migliorare le
condizioni igienico sanitarie delle comunità locali sono i maggiori obiettivi
che questo intervento vuole perseguire.
Da quanto evidenzia il monitoraggio che costantemente viene
condotto nell’area, 13.077 persone hanno ora accesso a sorgenti di acqua pulita
e per questo hanno avuto la possibilità di migliorare le condizioni igienico
sanitarie in cui vivono. La distanza da percorrere e il tempo di attesa per
procurarsi l’acqua è notevolmente diminuito perciò ora i beneficiari possono
dedicare una maggiore porzione del loro tempo in lavori produttivi.
Ora i membri delle comunità possono andare a raccogliere
l’acqua in diversi momenti della giornata, non solo alla mattina presto o nel
tardo pomeriggio e questo fattore ha ridotto notevolmente i casi di violenze su
donne.
Le donne hanno tempo a loro disposizione per attività
produttive, come la preparazione di cibo, la raccolta di erba per il bestiame,
l’avvio di piccole attività commerciali, oltre ad avere la possibilità di
attendere riunioni locali su questioni sociali. Anche i bambini ne hanno
beneficiato: ora hanno tempo per andare a scuola e per rilassarsi e giocare una
volta tornati a casa.
Adebe Tute, ha 32
anni ed fa parte del comitato WATSAN del villaggio per la manutenzione del
punto d’acqua che è stato creato nella kebele di Himbecho. Ha 4 figli e vive
con il marito e la loro sussistenza si basa sulla coltivazione del loro piccolo
appezzamento di terreno.
La sua difficoltà maggiore prima dell’intervento era la
mancanza di acqua potabile che incideva negativamente sulle condizioni
igieniche che poteva garantire alla sua famiglia e di conseguenza, causava le
frequenti malattie dei figli. Figli che avevano anche poco tempo per andare a
scuola perché di aiuto alla mamma nella raccolta dell’acqua.
Ora che l’impianto è finito lei e i suoi figli hanno molto
più tempo a disposizione, i bambini per frequentare la scuola, lei per la
produzione di ortaggi.
Tameralech Ketere,
membro dello staff CVM in Etiopia.