martedì 1 giugno 2010

Remoto magico ma duro


Viene difficile continuare a scrivere sul quanto siano remote le aree che sto visitando, ma ogni volta che vado in un posto nuovo rimango incredibilmente stupita e mi rendo conto che è un peccato non provare a trasmettere ciò che è cosi diverso da noi e che, se i tuoi occhi non vedono, la tua mente non immagina.
Da Addis Abeba ci vogliono circa 4 ore di macchina per arrivare a Shashamane, la città dove è concentrato il maggior numero di Rastafariani in Etiopia. Sto andando a Besketo per una visita sul campo di circa una settimana. A 20 km da Shasha, l'autista attacca a raccontarmi tutta la storia del perché i Rastafariani sono venuti in Etiopia, che Hailè Selassie è il loro profeta, che lui gli ha dato la terra e bla bla bla, io avevo già letto tutta la storia sulla Lonely Planet, ma lui era così entusiasta di raccontarmela che non l'ho potuto interrompere... Arrivati a Shasha, è costretto a concludere il suo racconto, ormai soddisfatto di avermi mostrato il suo sapere, lo saluto per aspettare l'altra macchina che arriva da Soddo per prendermi e per proseguire fino a Sawla nella stessa giornata. Visto che mi trovo a Shashamane e devo aspettare per un'oretta approfitto per andare a trovare gli amici di LVIA che hanno l'ufficio di progetto lì. Mi accoglie Valentina, una ragazza simpatica e carina che, pensate un po’, è di Pavia!!! Incredibile, la mia stessa città.. è proprio piccolo il mondo!
Arrivata la macchina si parte per Sawla con tappa a Soddo, capoluogo di woreda, nonché sede dell’ufficio di progetto del CVM. Da lì in avanti pochi villaggi e un parco nazionale ci separano dalla tappa notturna. Raggiungiamo (la project facilitator Freihwot, l’animatrice Tamralech, il tecnico Assegeid, l’autista Sinishaw ed io) Sawla alle 7 di sera, dopo che eravamo partiti alle 11.30 da Shashamane, questo per rendervi conto delle distanze, senza contare che da Soddo la strada diventa tutta sterrata e addio asfalto... L'intenzione è di raggiungere Besketo e, dopo Besketo, Galila. Abbiamo degli schemi a Besketo e vorremmo iniziare a fare qualcosa anche a Galila... Dovreste vedere dove sono localizzati questi due posti: dalla cartina non si vede neanche la strada che ci arriva... mi hanno detto tutti quelli che ci sono già stati che la zona è abbastanza lontana e isolata, ma fino a che non ci arrivi non ti puoi mai ben immaginare. Il giorno dopo ripartiamo da Sawla; il tempo è buono, non piove e questo ci fa ben sperare in un viaggio tranquillo. Ci mettiamo in macchina, l'autista sembra contento, procediamo a velocità normale fino a che, senza capire bene perché, a una certa l'autista inizia ad accelerare e correre per queste stradine sterrate in mezzo alle montagne, solo dopo mi diranno che quello è un parco nazionale e c'è una probabilità su un milione di incontrare un leone (ce ne saranno rimasti 2 di numero in tutta l'Etiopia); il nostro coraggioso ometto aveva paura di trovarsi faccia a faccia con una bella criniera... Peccato, magari sarebbe stata la mia occasione buona dato che non ne ho ancora visti!
Comunque è stato bravo: raggiungiamo Besketo per pranzo; dopo che 5 camion si erano impantanati sulla strada, siamo riusciti a svincolare, aiutarne uno e proseguire per la nostra missione. Mangiamo! Ora, che Besketo non sia Milano Marittima e quindi un posto turistico l'abbiamo capito tutti, ma che non ci siano posti neanche per mangiare senza continuare a pregare che non ti venga niente, quello non l'avevo ancora realizzato. Mangio ad occhi chiusi, anzi più che altro direi a volo d'uccello sperando che le mie mani zozze appena lavate con acqua nera, unta e con oggetti poco identificabili all'interno, tocchino il meno possibile il cibo e la mio bocca... La cosa risulta alquanto difficile e buffa, considerando che in Etiopia non si usano forchette e si mangia con le mani tutti dallo stesso piatto... Va be’, non ho ancora visto tutto.
Arriviamo facciamo i nostri incontri di routine, autorità locali, associazioni, prepariamo il piano della giornata, prendiamo informazioni e andiamo a vedere la prigione in cui abbiamo intenzione di sviluppare un impianto di biogas connesso alle latrine (che ora sono delle pit abbastanza oscene, col termine pit si intende principalmente un buco nel terreno). La giornata è stata proficua e piena di avvenimenti.
Adesso è il momento di andare a nanna e riposarci, per la sera decido di non mangiare, onde evitare una notte di sofferenza... Vado nella mia stanza, e lì la bella sorpresa… perché, se non siamo ben integrati e abituati alla scena, a noi non piace: un buco fatto di terra e paglia, con un controsoffitto molto basso e tutto bucato, con un letto con un materasso talmente sporco che si vedono le pulci giocare e saltare allegramente da una parte all'altra... va be’, CVM lavora in aree remote, lo sappiamo, e grazie al cielo abbiamo per stanotte un posto dove dormire e almeno non piove nelle stanze.
In queste situazioni ringrazi sempre tutti gli angeli e santi del paradiso di essere quello che sei, di avere la possibilità di scelta che gli altri non hanno, e ti metti a letto un po’ pensando che sei contento di essere li in mezzo alle pulci che ti fanno le feste e, in qualche modo, speri e credi che anche il tuo piccolo contributo possa essere utile.
L'indomani Galila ci aspetta.
Se Besketo è remoto, Galila lo è 3 ore di macchina di più. In mezzo a campi e vallate ancora più lontano del primo. Il paesaggio dalla macchina è bellissimo, sembra che in un posto del genere non ci possano essere problemi, ha un qualcosa di magico, queste valli continue e questi verdi che si alternano ti fanno perdere il contatto con la realtà e iniziano a far volare la mente nei pensieri più disparati..
Arriviamo a destinazione e parliamo con il capo dell'ufficio dell'acqua... tutta quella zona, ai miei occhi bellissima, non ha copertura d'acqua potabile e non ha un minimo di infrastrutture sanitarie... in pratica, quella gente è sempre malata. L’acqua la trovano da sorgenti naturali, dove essa scorre tutt’altro che limpida e cristallina: si tratta, infatti, di pozze marroni puzzolenti che le persone sono costrette a condividere con il bestiame. Ciò le rende ancora più inquinate di quello che potrebbero essere all'origine, il risultato è quindi vermi per tutti!
Il lavoro sarà complicato in quell'area, perché molto lontana e senza risorse primarie come pietre, sabbia, cemento, bisognerà far portare tutti i materiali da Sawla e ciò renderà il lavoro non solo più difficoltoso, ma anche un balia del tempo. Le piogge detteranno quando lavorare e quando no. Dipenderà da ciò se le macchine riusciranno a raggiungere il posto.
Scendiamo per rientrare a Besketo Frehiwot, Sinishaw l'autista ed io; dopo 3 km da Galila, la pioggia ci assale e la macchina si blocca impantanata in una salita. Inutili i mille tentativi.. pietre da una parte, pietre all'altra… niente, intanto piove e siamo fuori dalla macchina tutti a capire e cercare una soluzione geniale, intanto ci bagniamo... La soluzione geniale purtroppo non arriva e continuiamo testardi a provare e riprovare, urlando a destra e a manca per recuperare persone che possano aiutarci a spingere la macchina fuori dal fango. Arrivano finalmente, dopo 2 ore riusciamo a muoverci... siamo tutti bagnati fin nelle mutande, la terra rossa si è appiccicata ovunque, ma lo sforzo comunitario, vedere la gente che trainava la macchia con noi, senza scarpe, con i pantaloni stracciati e senza interesse che non quello di darci una mano, ci ha aiutati ad essere tutti semplicemente contenti di essere riusciti insieme a sbloccare la macchina e continuare nel nostro percorso.
CVM ci mette il cuore e le persone con cui sto collaborando sono consce di questo. Ciò è bello, mi fa apprezzare il lavoro, mi fa apprezzare l'impegno che tutti ci mettono, mi trasmette motivazioni quando sono giù di morale, mi stimola e mi fa pensare.
Stessa storia per riscendere a Sawla e concludere la nostra visita, in questo periodo sta stranamente piovendo troppo e quindi ancora ci siamo ritrovati a dover spingere la macchina ad affrontare pioggia e strada di consistenza burrosa.
Pare che da adesso e per un po’ di tempo in avanti gli scarponi e l’impermeabile diventeranno gli amici più fidati delle visite sul campo.

Tabata Fioretto
Volontaria in Servizio Civile - Etiopia

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