“Se
educhi un uomo, tu educhi un individuo. Ma se educhi una donna, educhi un’
intera nazione” - Kwagyir Aggrey
Si stanno
facendo sempre più impegnativi i progetti che CVM sta realizzando a favore
dell’istruzione delle giovani donne in Africa e molti altri ancora - con queste
finalità - andrebbero sostenuti. Soprattutto per molti giovani donne
provenienti da famiglie povere e numerose rimane ancora un sogno
irraggiungibile quello di poter completare un corso di studi che possa
consentire loro di aspirare ad un futuro economicamente indipendente e, magari,
di supporto per i propri familiari.
E’ con questo
fine che, da anni, CVM offre un sostegno economico a molte di loro, affinché
possano accedere a corsi di formazione professionale o a corsi preparatori allo
studio universitario, senza trascurare la necessaria attenzione ad aumentare la
loro consapevolezza relativa ai propri diritti in una società che le vede,
troppo spesso, destinatarie di abusi e sfruttamento.
Il sostegno ha
anche altre importanti valenze, infatti, si basa spesso su “fondi rotativi” il che significa che,
completato il corso e trovato un lavoro, le ragazze ripagano il prestito dando,
a loro volta, la possibilità ad altre studentesse di essere sostenute nello
studio.
Finora i risultati
sono stati molto positivi: per i progetti di questo tipo avviati in Etiopia ,
60 ragazze hanno potuto iscriversi - nel
2009 - alle scuole superiori, 30 per
prepararsi a corsi universitari e 30 per accedere a scuole di formazione
professionale. Analogamente, in Tanzania, 12 giovani donne inserite nel
programma promosso da CVM hanno conseguito la laurea e sono già impegnate in
stage o stanno cercando lavoro. Ma la richiesta delle ragazze ad una propria
istruzione e formazione cresce sempre più, così come - ovviamente - cresce la
necessità di reperire fondi da destinare a questi progetti.
Tra le molte
giovani che hanno fatto richiesta di accedere al programma c’è, ad esempio, Neema Maftaha di 21 anni. Neema
proviene dal villaggio di Saadani nel distretto di Bagamoyo in Tanzania; la sua
è una famiglia molto numerosa, con la sola madre - che lavora in agricoltura -
e sei tra fratelli e sorelle (tutti più grandi di lei) e non tutti con un
lavoro. Neema ha richiesto di poter frequentare un corso di avviamento
professionale:
“Sono entrata nel progetto e
nell’associazione - dice Neema - per migliorare la mia vita e quella della
mia famiglia e per riuscire a soddisfare i miei bisogni. Ecco perché al termine
del corso vorrei trovare un lavoro”
Da un punto di
vista strettamente economico, un supporto come quello a Neema, comprende il
sostegno economico per la partecipazione al corso di avviamento professionale,
la fornitura di materiale per l’avvio dell’attività, workshop mensili e
destinati alle ragazze sui diritti delle donne nelle relazioni familiari,
supporto per attività ricreative e per la produzione di brochure sul diritto
all’educazione, training in salute riproduttiva e basilari nozioni di economia;
il tutto per un impegno complessivo di poco più di 500,00 euro.
Altro
esempio, quello di Anna Saimoni, anche
lei dal villaggio di Saadani in
Tanzania; Anna vive con sua madre - commerciante di pesce - suo fratello che è
pescatore e sua sorella minore. Anche Anna ha richiesto di prendere parte ad un
progetto di formazione professionale perché dice:
“Ho deciso di unirmi al progetto affinché possa
rendermi indipendente e nello stesso tempo per incoraggiare altre persone della
comunità a fare altrettanto. Per
migliorare le mie conoscenze, per una occupazione futura.”
Proprio dalle
parole di Anna si comprende quanto sia importante che l’esempio di alcune sia
poi trasmesso ad altre giovani; la consapevolezza delle proprie
potenzialità è un’esigenza molto avvertita e da condividere con altri,
per finire di coinvolgere positivamente tutta la propria comunità.
Stefano Battain,
ex volontario CVM, ora in Sud Sudan
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