I miei monitoraggi in giro per le regioni del distretto di Bagamoyo mi hanno portato la scorsa settimana nel villaggio di Talawanda, che prende il nome dall’omonima regione, una delle zone più remote e difficili da raggiungere, caratterizzata da una foresta che si estende a perdita d’occhio, panorami mozzafiato e qualche villaggio di capanne sparso qua e là.
In quest’area, le costruzioni che denotano la presenza umana si limitano a due scuole, una primaria e una secondaria, qualche piccolo shop per permettere agli abitanti di comprare beni di prima necessità, l’ufficio del capo villaggio, le case per lo più di fango e lamiera degli abitanti e nulla più. Ma esiste anche l’AIDS. Ed anche nella regione di Talawanda l’azione del CVM cerca di portare attenzione, presa di coscienza e conoscenza per limitare la diffusione di questa epidemia.
La gente di Talawanda, a tre anni dall’inizio del nostro intervento sta rispondendo alla chiamata del CVM, e sta rispondendo bene, con impegno, attenzione e partecipazione. E la partecipazione, per essere efficace, deve essere sì monitorata e sviluppata dall’alto, ma deve anche partire dal basso, dal grassroot level, dai giovani.
Proprio con i più giovani, gli adolescenti, i più esposti a contrarre il virus dell’HIV, ho avuto modo di confrontarmi in occasione dell’ inaugurazione di un Anti-Aids Club fondato nella scuola secondaria di questo villaggio.
Per comprendere l’importanza di questo evento, bisogna capire come è stato possibile che ciò sia avvenuto e quali risultati questo processo potrà portare a questa comunità.
La creazione di questo club, composto da una quindicina di adolescenti di età compresa tra i 12 e i 17 anni, è frutto di un lavoro partecipativo sviluppato in questi mesi dagli insegnanti della scuola, dal personale locale formato dal CVM (Trainers of Animators) e dal Comitato Regionale di lotta all’HIV (WMAC), che si sono presi la cura, l’impegno e la pazienza di gestire e formare i ragazzi e di affiancarli nella realizzazione di questo progetto.
La presentazione del club si è poi trasformata in un momento di gioia e partecipazione di tutta la comunità del villaggio, che ha assistito allo spettacolo messo in atto dai giovani, sviluppando recite che in modo semplice ma efficace pongono l’attenzione del pubblico sulla conoscenza di concetti chiave come la prevenzione dall’AIDS, la parità di diritti tra uomo e donna, gli effetti della violenza domestica, la prevenzione dello stigma nei confronti dei bambini orfani e delle persone affette dall’ HIV e l’importanza di educare le figlie femmine dando loro le stesse possibilità di studiare offerte ai figli maschi.
In un contesto di estrema povertà sia economica che educativa come è Talawanda, il fatto che questi ragazzi possano esprimere questi concetti liberamente, siano formati e provvedano a formare la comunità tutta su queste nozioni chiave riveste un’importanza fondamentale per lo sviluppo di questa zona.
La recita, semplici gesti e battute, mimando stralci di vita quotidiana, sono lo strumento più efficace per sviluppare conoscenza anche in quelle persone, che non hanno avuto l’opportunità di ricevere un’educazione dignitosa e che difficilmente potrebbero apprendere questo genere di nozioni attraverso altri canali di comunicazione. Il lavoro di questi giovani è prezioso per gli adulti e per i loro coetanei visto che, grazie al contributo economico della regione di Talawanda, avranno la possibilità di viaggiare andando ad esibirsi in diverse scuole, ma non solo: grazie al network esistente tra i vari comitati locali di lotta all’ HIV (VMACs), potranno esibirsi anche durante le assemblee pubbliche dei villaggi stessi ed anche al di fuori della regione di Talawanda; questo darà loro l’opportunità di confrontarsi e scambiare idee e concetti con altri Anti-Aids Club operanti in aree lontane dalla loro zona di provenienza.
La nascita di questo club è frutto del lavoro di tante persone che gratuitamente hanno speso il loro tempo e le loro competenze, per far sì che questo progetto fosse sviluppato, ed è parte delle attività che il CVM facilita attraverso i suoi corsi di formazione.
Vedere tutto questo partire dal basso, dai giovani, dalle aree rurali dove noi lavoriamo e vogliamo lavorare, stando nell’ombra e lasciando al popolo tanzaniano la scelta di aiutare se stesso, ci dà forza, coraggio e fiducia per andare avanti cercando di migliorarci ogni giorno di più, con la consapevolezza che i problemi sono ancora molti e il lavoro da fare è ancora tanto, ma con la speranza che esempi come questo possano moltiplicarsi giorno per giorno per dare a queste persone la dignità di un futuro migliore.
Stefano Ammannati
Volontario in Servizio Civile - Tanzania
Volontario in Servizio Civile - Tanzania
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