La straordinaria parabola di Eyayu
Da negletto, allontanato da tutti, quasi untore di manzoniana memoria, a campione da imitare, esempio di come nella vita ci si possa sempre rialzare, rimboccandosi le maniche e dandosi da fare. È la straordinaria, quasi miracolosa, parabola esistenziale di Eyayu, uomo di mezza età, che qualche anno fa scoprì di essere sieropositivo. Era il 2003 e lavorava come cameriere in un ristorante di Gonder, impiego umile ma onesto; lavoro che perse non appena il proprietario del locale venne a sapere della sua condizione, del “marchio” che recava ormai addosso, stigma indelebile, vergogna inaccettabile.
Eyayu aveva appena conosciuto il CVM - Comunità Volontari per il Mondo e, ricevuta una formazione medico-sanitaria e pure psicologica, attraverso il Positive Living Training, iniziava a divulgare informazioni sul virus che lo aveva colpito, non solamente per allontanare la discriminazione che segnava lui e tanti altri come lui, ma anche per prevenire altri casi simili, laddove la maggior parte della gente ignorava anche le minime nozioni pratiche sul contagio da HIV/AIDS. Il suo impegno in tal senso non valse, tuttavia, a guadagnare la stima del suo capo; tutt'altro. Licenziato, senza più uno straccio di lavoro e con la difficoltà persino di trovare cibo sufficiente per sfamare la propria famiglia, Eyayu trovò la forza di non arrendersi, di non lasciarsi andare di fronte agli sguardi di accusa e disprezzo dei suoi pari. Decise, allora, di far fruttare al massimo la formazione ed il capitale iniziale che CVM gli fornì: 500 birr, non molto ma abbastanza per consentirgli di mettere in piedi un'attività, grazie alla quale provvedere al sostentamento della propria famiglia ed essere economicamente indipendente dall'assistenza di terzi.
“Quando iniziai il mio programma di IGA (Attività Generatrici di Reddito, ndr.), – racconta Eyayu, all'interno del suo negozietto “marcato” Pepsi (nella foto), dove vende bevande, cibi e prodotti vari – la gente aveva paura di avvicinarsi al mio baracchino e pure gli studenti dell'Università qui accanto preferivano andare a comprare bibite e altro da rivenditori più lontani. Avvertivo pesantemente la discriminazione nei miei confronti. Ma poi, con il passare del tempo, trasferendo quanto insegnatomi dal CVM ai ragazzi che passavano di qui, facendomi io stesso formatore in tema di prevenzione e controllo dell'AIDS, il muro dello stigma è caduto poco a poco. Ora, i ragazzi e le altre persone, che si trovano a passare da queste parti, mi prediligono addirittura rispetto ad altri commercianti della zona! Sembra un paradosso, ma la chiave naturale di tutto è l'educazione, vale a dire la conoscenza che si acquisisce, che io ho acquisito dal CVM e che ora provo a trasmettere a quanti, clienti abitudinari o meno, si trovano a passare dal mio negozio, parlando apertamente con loro, senza remore o vergogna.”
Ne ha fatta di strada Eyayu, eccome. Per rendersene conto basta guardare l'auto gialla che sosta davanti al negozietto, un taxi con il quale l'ex negletto ne farà ancora altra di strada. “Ora – confessa Eyayu – riesco a gestire bene gli affari familiari ed il lavoro, che ci consente di vivere più che dignitosamente. Io e mia moglie ci alterniamo al negozio, poiché sono riuscito ad ampliare la mia attività con un servizio taxi. L'auto che è qui fuori l'ho acquistata investendo parte dei miei guadagni dall'attività commerciale. Devo ammettere, però, che non è stato facile: ho dovuto metterci tutto l'impegno, cosa che altre persone, nelle mie stesse condizioni sei anni fa, non hanno fatto, spendendo il capitale iniziale fornito loro dal CVM in alcolici, droghe e, nel migliore dei casi, in qualche pasto, senza avere lungimiranza. Ora queste persone vivono ancora del supporto di altri, del cui aiuto non possono fare a meno per sopravvivere.” Già, lungimiranza, capacità di pensare e vedere oltre, caratteristica che non fa certo difetto al buon Eyayu, il quale, a conferma di ciò, non si siede sugli allori, bensì guarda avanti, come ha sempre fatto in questi sei anni. “I miei piani futuri – confessa il commerciante – consistono nell'incrementare e migliorare sempre la mia attività, per poter aiutare la mia famiglia e farla vivere bene. Per questo, ho in programma di acquistare un'altra auto più grande per il mio servizio di taxi.” Guardare avanti e pensare positivo, al di là della propria sieropositività: per Eyayu non è un gioco di parole, ma un effettivo stile di vita, un'esemplare condotta esistenziale.
Volontario in Servizio Civile, Etiopia