lunedì 20 aprile 2009

Sotto la superficie delle cose


Wajakero Kebele – Hand Pomp

L'essenziale è spesso invisibile agli occhi.
Allora, laddove non si riesca a scorgere la soluzione ai propri problemi, a vedere immediatamente una strada da percorrere, la cosa giusta da fare potrebbe essere quella di non arrendersi e cercare in profondità, perché ciò che prima non si vedeva potrebbe finalmente emergere alla luce.

Così, per le circa settanta famiglie della comunità di Wajakero, piccola kebele della Wolayita Zone, non è stato facile avere ciò che prima non c'era, una fonte di vita dove agli occhi solo terra e polvere si mostravano o poco più. Nessun fiume, corso d'acqua o qualcosa che potesse vagamente avvicinarvisi. Almeno alla superficie delle cose. Già, perché ciò che avrebbe dato vita e benessere alla gente di Wajakero si trovava sotto terra, a 11 metri di profondità. É fin lì che sono arrivati a scavare, con la forza delle loro mani e l'impegno di chi sa che la meta si fa sempre più vicina: una fonte d'acqua da cui la comunità intera da un anno a questa parte si approvvigiona, per bere, cucinare, lavarsi, azioni semplici, essenziali, che però significavano in passato esporsi al serio rischio di infezioni e malattie, oltre alla perdita di tempo per raggiungere fonti idriche ben lontane dal proprio villaggio.
Tutto ciò, però, non sarebbe stato possibile senza il supporto tecnico del CVM, che ha reso fruibile la risorsa non più nascosta mediante un progetto di hand pomp, cioè pompa a mano, grazie al quale, con un semplice movimento di leva, ogni persona di Wajakero può far zampillare acqua pulita per sé e per gli altri. Ma, anche in questo caso, è bene non fermarsi alle apparenze, all'immediatamente visibile, perché sotto il meccanismo di leva ed uscita dell'acqua sussiste l'impianto atto a raggiungere la fonte sotterranea, da cui poi succhiare, tirar su mediante forza meccanica il liquido vitale: due condotti concentrici, il primo in plastica ed il secondo, di protezione, in cemento. In totale, un mese di lavoro per dare alle oltre 400 anime di Wajakero una fonte d'acqua finalmente loro, finalmente vicina, finalmente sana.
Il progetto targato CVM per la comunità di Wajakero non si ferma qui. Durante l'anno appena trascorso, infatti, sono state approntate ben 15 latrine per i servizi igienici di altrettante famiglie; anche questa cosa essenziale, elementare quasi, ma che scontata non è in tali luoghi, dove spesso manca persino la consapevolezza di ciò che è giusto, di ciò che è bene per la salute propria e di chi sta attorno. Per questo, l'opera del CVM, in tale specifico ambito, è iniziata con un'attenta attività di sensibilizzazione e formazione della popolazione sulle tematiche igienico-sanitarie, fin dal relativo abbiccì. Dopodiché, l'associazione ha fornito le strutture esterne in pietra, che fanno oggi da contorno ai fori approntati dagli stessi fruitori del servizio. Tra questi, c'è Alemitu, donna di casa e commerciante allo stesso tempo, che ha quindi doppiamente goduto dei benefici portati dalla pompa idrica e dalla realizzazione dei sanitari.
“Prima di avere una fonte d'acqua nel villaggio, – racconta Alemitu – dovevamo andare fino ad un fiume parecchio lontano e pure sporco. Quindi, ci ammalavamo e dovevamo spendere molti soldi per le cure mediche: cose che ora possiamo evitare, così come le perdite di tempo. Ulteriore beneficio è stata, poi, la realizzazione della latrina, che qui non abbiamo mai avuto.” “I benefici portati dall'intero progetto – continua la donna – sono tanti, sia per la mia attività commerciale che per la casa. Posso, infatti, dedicarmi di più al mio bar, senza andare a cercare acqua in posti lontani ed ho anche più tempo per accudire i miei bambini, cucinare e fare le faccende di casa, il tutto nella giusta maniera, pulita e igienica. Oltre a questo, ho avuto la possibilità di partecipare a diversi meeting sul tema del rispetto per le norme igienico-sanitarie, organizzati non solo dal CVM, ma anche da organi governativi. Tutto ciò mi ha fatto capire molte cose e ha accresciuto la mia consapevolezza.” Proprio così. Diventare consapevoli: è questo il primo passo da fare, come vuole lo stile operativo del CVM. Prendere coscienza, accorgersi di qualcosa, un po' come vedere ciò che era prima invisibile agli occhi.

Simone Accattoli
Volontario in Servizio Civile, Etiopia

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