Bagamoyo 19.12.2009
E’ passata una settimana eppure mi sembra di essere qui da mesi…
Tante informazioni, immagini, pensieri, situazioni! Sarà che è tutto nuovo e quindi anche ogni piccola cosa necessita di un po’di tempo di rielaborazione e non viene comunque compresa fino in fondo. Se l’impatto iniziale, per certi versi, non è stato particolarmente forte… non ci sono stati gli “scossoni emozionali” che mi attendevo… giorno dopo giorno, ho però iniziato a rendermi conto di quanto sia profondamente diversa la realtà in cui mi sono immersa così di colpo e di quante cose appaiano ai mie occhi paradossali, tra l’incredibile e il fantastico!
La settimana, in questa nuova terra, è iniziata con la presentazione dei nuovi Wazungo allo staff locale della ONG. Lo staff di cui farò parte quest’anno è composto da 9 persone + due autisti + due guardiani Masai, che controllano l’ufficio 24 su 24 e con i quali purtroppo non ho ancora potuto comunicare molto, causa assenza di competenze linguistiche adeguate . La popolazione Masai vive in realtà nel nord del paese, ma molti uomini sono migrati nelle grandi e piccoli città dove lavorano appunto come guardiani, rientrando a casa solo poche settimane all’anno da moglie e figli. Fin dal primo giorno, ho avuto l’opportunità di stare molto poco in ufficio e davvero tanto nei vari villaggi o a scuola e pertanto a stretto contatto con la popolazione locale ed in particolare donne e ragazze… Questa settimana c’è stato, infatti, il corso di formazione per le donne del Revolving Fund. Quasi ogni giorno, quindi, siamo andate a scuola a portare materiale, raccogliere le firme di presenza, iniziare a mettere insieme i documenti e le foto che serviranno per il contratto e più in generale monitorare la situazione. Io purtroppo, finora, ho potuto fare ben poco visto che le mie conoscenze linguistiche si limitano ai saluti iniziali…
Nonostante questo, l’esperienza a scuola mi è piaciuta molto. Sedermi ad uno dei banchi insieme alle ragazze e cercare di capire, vocabolarietto alla mano, quali fossero i temi trattati. Loro mi studiano attentamente, ma anch’io osservo loro senza dare troppo nell’occhio…è inevitabile, anche solo per i vestiti bellissimi e colorati che le distinguono l’una dall’altra. Un giorno mi sono ritrovata ad osservare quanto, nonostante più giovani, siano tutte molto più “donna” di me. Nel portamento, nei gesti, nei sorrisi, ma soprattutto nella fierezza! E d’altra parte, molte di loro sono già mamme ed infatti la lezione, che è già difficile da seguire per il caldo, viene spesso interrotta dai pianti dei bimbi che le mamme portano con sé …
L’altra attività che ho potuto seguire, in parte, questa settimana e che mi impegnerà fino a dicembre è la selezione di 60 ragazze in 5 villaggi diversi del distretto di Bagamoyo, che da gennaio in poi potranno frequentare dei corsi di formazione professionale. Questo ha voluto dire muoversi e vedere almeno un po’ i dintorni della mia cittadina. Si parla di selezione e quindi un momento molto formale, a cui partecipano i capi dei villaggi, i membri del comitato educativo ed eventuali altri rappresentanti… io ogni volta mi immaginavo una sala a nostra disposizione e la stesura di alcuni documenti…e invece no! Il primo incontro è avvenuto su una stuoia, davanti alla casa della presidentessa del comitato, che essendosi sposata il sabato prima, secondo la tradizione locale, non poteva uscire di casa per una settimana. Gli altri due all’ombra di un mango: per me e Peace una sedia, tutti gli altri per terra Che dire? Mi piace!!! L’obiettivo alla fine viene raggiunto!
Insomma…solo una settimana, ma decisamente intensa ed interessante!! Anche perché siamo stati un po’ sfortunati e quindi abbiamo potuto vivere in pieno quelle che potranno essere alcune scomodità di quest’anno. L’acqua in casa, per esempio, è mancata dal nostro arrivo fino a giovedì compreso e un giorno è venuta meno anche l’elettricità! Un buon inizio insomma….la doccia la potevamo fare in ufficio e per le emergenze un secchio pieno d’acqua è stata la risposta. Questo ci ha permesso di partecipare al rituale dell’acqua al pozzo, in mezzo a tante donne e bimbi che ci guardavano incuriositi. Il pozzo per fortuna è vicino a casa e ogni giorno andando a lavoro lo vediamo affollato...la gente si mette in coda e aspetta paziente, scambiandosi battute e ridendo…per noi è stato più un diversivo che non un rituale quotidiano ed è stato divertente ed imbarazzante allo stesso tempo. Stefano ed io infatti avevamo 3 secchi in due, ma abbiamo comunque fatto fatica a trascinarli fino a casa mentre le donne, con due secchi a testa (uno in testa e uno in mano) e un bimbo raggomitolato sulla schiena ci passavano a fianco con grande naturalezza. Immagino che ci abitueremo anche a queste situazioni e per certi versi saremo sempre dei buffi Wazungo!!
Silvia Volpato
Volontaria in Servizio Civile - Tanzania
Volontaria in Servizio Civile - Tanzania